I Dintorni

Argentario
Il Monte Argentario è un promontorio che si protende nel Mar Tirreno in corrispondenza delle due isole più meridionali dell’Arcipelago Toscano; l’Isola del Giglio e l’Isola di Giannutri.
Anche l’Argentario nasce come isola, ma nel corso dei secoli l’azione congiunta delle correnti marine e del fiume Albegna ha creato due tomboli, il Tombolo di Giannella ed il Tombolo della Feniglia, che hanno unito l’isola alla terra ferma, formando nel contempo la Laguna di Orbetello.
Il Monte Argentario raggiunge il punto più alto in corrispondenza di Punta Telegrafo (635 m.) ed è caratterizzato da un territorio completamente montuoso, addolcito unicamente dall’opera dell’uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltiva prevalentemente la vigna.
La costa, molto frastagliata, offre cale e calette, prevalentemenete sassose, di notevole bellezza dal punto di vista naturalistico.
In questo contesto si inseriscono i due paesi, entrambi a vocazione marinara, che formano il comune di Monte Argentario; rivolto a settentrione si trova Porto Santo Stefano, dove è posto il municipio, mentre Porto Ercole, più piccolo, è rivolto a meridione.

Porto Santo Stefano
Porto Santo Stefano è un suggestivo borgo marinaro sulla costa orientale dell’Argentario ed attrezzato porto turistico, Porto Santo Stefano si affaccia su una baia dominata dalle possenti moli delle fortezze spagnole. Nella vicina Cala Galera fanno scalo ogni estate moltissime imbarcazioni da diporto attratte dalle funzionali strutture e dai servizi offerti da questo esclusivo approdo.

Capalbio
Sicuramente uno dei paesi più famosi e conosciuti della Maremma, un tempo patria di briganti e di cinghiali, da qui la vista abbraccia la Maremma intera e scendendo alla pianura, oltre le profumate pinete, si scorge d’improvviso il mare scintillante. La cittadina, ai confini sud della Toscana, si erge sopra un colle boscoso e rigoglioso della tipica macchia maremmana. Anticamente fu castello delle Tre Fontane di Roma (VIII sec.) e nel periodo medioevale fu di proprietà della famiglia degli Aldobrandeschi; passò, poi, ai Conti Orsini e nel 1416 fu annessa alla Repubblica Senese. Successivamente il territorio fu assegnato a Cosimo dei Medici e iniziò una lenta e inesorabile decadenza demografica ed economica. Il passaggio successivo ai Lorena segnò il paese per la perdita dell’autonomia e per la grande disgregazione sociale che ne conseguì. Questa situazione dette vita alla piaga del banditismo che terrorizzò la Maremma per moltissimi anni. La tradizione narra, infatti, che a Capalbio abbia trascorso la maggior parte della sua latitanza Tiburzi, il più famoso brigante maremmano, le cui imprese divennero così leggendarie da essere a tutt’oggi ricordate. Sicuramente da visitare è il giardino dei tarocchi, l’opera somma dell’artista francese Niki de Saint Phalle, che ha realizzato all’interno del parco sculture in cemento e poliestere, rivestite con splendidi mosaici di ceramica, vetri e specchi. Arte contemporanea come cerniera tra ambiente naturale e spazio sociale, territorio inteso come giardino e paesaggio. Ai giorni d’oggi Capalbio è meta di turisti che ne apprezzano la bellezza ed il fascino selvaggio.

Manciano
Arroccato in cima ad un colle e difeso da una solida cinta muraria sorge Manciano.
La Rocca di origine Aldobrandesca domina il vecchio borgo e permette di vedere il susseguirsi di colli e pianori fino al mare tanto da far attribuire a Manciano l’appellativo di spia della Maremma.
Da qui e’ possibile ammirare uno dei paesaggi più seggestivi della maremma, dalla costa di Grosseto, che scende dolce e sinuosa fino al promontorio dell’Argentario. Lì dietro nitida e perfetta l’isola del Giglio, più giù la laguna di Orbetello. E poi l’Amiata e le montagne che lo circondano spaziando con lo sguardo fino al lago di Bolsena.
Il comune di Manciano è geloso custode di Saturnia che con le sue famosissime Terme di Saturnia e una delle mete turistiche pù famose della Toscana.

Montemerano
Montemerano è uno dei borghi medioevali più suggestivi della Maremma, con il suo paesaggio coperto da olivi e il centro storico rimasto intatto nei secoli.
La chiesa di San Giorgio, gioiello dell’arte romanica, è custode gelosa di un patrimonio che non ha eguali nella provincia di Grosseto.

Pitigliano
Pitigliano sorge su di uno sperone di roccia tufacea nell’entroterra maremmano, situato tra il fiume Lente e il torrente Meleta.
Antico insediamento etrusco e poi romano, Pitigliano è posto in posizione panoramica aggrappato sull’orlo di uno strapiombo.
L’antico abitato risulta ancora oggi circondato da mura il cui accesso avviene ancora attraverso le antiche porte medievali.
Nella piazza Petruccioli sono ancora visibili i baluardi della cittadella rinascimentale realizzata da Antonio Sangallo il Giovane.
In piazza Orsini prospetta il Palazzo Orsini edificato nel XIV secolo nel quale oggi ha sede il Museo diocesano.
Superato l’abitato medievale ci si ritrova in piazza Gregorio VII sulla quale si affaccia il Duomo di origini antiche ma più volte rimaneggiato. al suo interno si conserva un dipinto di Guidoccio Cozzarelli rappresentante la Madonna con il Bambino, angeli e santi.
Da vedere è il Museo archeologico situato negli ex granai.
Poco distanti da Pitigliano, meritano una visita i borghi di Sovana e Sorano .

Saturnia
Saturnia è il gioiello del Comune di Manciano, fondata dagli etruschi è ai giorni d’oggi uno dei centri termali più suggestivi e rinomati d’Italia.
Dallo stabilimento termale al famoso “Gorello”, il fiumiciattolo di acqua termale che rievoca un fascino misterioso ed una atmosfera sensazionale, fino alle cascate del molino.
Le Terme di Saturnia e le sue acque sulfuree che sgorgano dal sottosuolo con una portata di 800 litri al secondo ed una temperatura costante di 37° Centigradi, erano conosciute già ai tempi degli Etruschi i quali avevano individuato nella sorgente virtù “miracolose” e furono sfruttare ed utilizzare anche dai Romani, i quali crearono veri e propri edifici per lo sfruttamento terapeutico della sorgente.